Che il lettore non si spaventi già dal titolo. Né il termine oltremoderno né il confrontarsi con un’opera che ha 17 secoli deve far demordere dall’approcciarsi con tematiche che sembrano remote.
Queste brevi righe sono sorte spontanee dopo aver riletto per almeno la terza volta un breve pamphlet ad opera di Saturnino Salustio intitolato Sugli dei e il mondo. Le edizioni di cui disponiamo (un paio) sono assai simili fra loro e concordano con le traduzioni più canoniche proposte negli ultimi secoli.
Il canone bibliografico vorrebbe che adesso ci si soffermasse sull’autore le cui vicende biografiche sono peraltro combattute dagli studiosi. Ma non è nostra intenzione trasformare Salustio in un santino agiografico pagano. Le poche certezze sull’autore si possono circoscrivere al fatto che il testo dovrebbe essere stato edito negli anni in cui Flavio Claudio Giuliano fu incoronato Imperatore.
Non vogliamo affrontare in questa sede nemmeno l’esegesi di questa opera neoplatonica (la cui analisi si può trovare nelle efficaci e complete opere in commercio) ma piuttosto intendiamo chiederci se la lettura di un trattato così importante e apparentemente lontano nel tempo, possa servire a chi lo desideri per la costruzione di un proprio bagaglio filosofico, utilizzabile anche in un’era come la nostra, ormai compiutamente digitale.
Diciamolo chiaramente: senza scomodare catastrofici messianismi (Armageddon) o complicati tradizionalismi (Kali Juga), l’epoca in cui viviamo ha tutte le caratteristiche di una vera e propria era di decadenza.
I segnali ci sono tutti:
- progresso tecnico piuttosto stagnante
- scoperte scientifiche e mediche assai rarefatte,
- processi sociali standardizzati ed in mano a microchip o algoritmi
- decadenza fisica e immoralità diffusa in tutto il globo
- larga diffusione di proto-sette religione o pagane per evidente incapacità delle strutture religiose ormai secolarizzate di tangere nei percorsi spirituali dei credenti
- consumismo iper-sfrenato e compulsivo a tutte le latitudini ed in tutti i ceti sociali.
A questa modernità scientemente invasiva e totalizzante, la scelta di un cammino spirituale e filosofico attraverso la lettura di testi classici può essere un ottimo antidoto.
La lettura del pamphlet di Salustio, ce lo presenta non come un trattato di fanatismo religioso, ma piuttosto un testo di facile comprensione di cui a quel tempo se ne auspicava la massima diffusione.
Nell’opera, divisa in 21 capitoli, troviamo i concetti religiosi propri di quel particolare periodo storico dove l’opera restauratrice di Giuliano è ben individuata: l’ennesima frattura all’interno della storia di Roma. L’influenza ellenica ed orientale nei dogmi pagani ben esplicati nel trattato è solidamente presente e leggendo con attenzioni alcuni passaggi si possono inevitabilmente identificare contrasti ma anche punti di contatto con peculiarità tipiche delle più di altre religioni che si affermeranno in tutto il globo nei secoli successivi.
Ma qual è la grandezza di questo testo?
Innanzitutto il contenuto. Salustio getta le basi di un testo che si può senz’altro considerare quale una Summa Pagana. I concetti principali li troviamo ben chiariti; come ben esibita ed identificabile è tutta la struttura neoplatonica dell’intero testo. Anche chi non ha una preparazione classica di alto livello potrà facilmente riscontare gli influssi sull’opera di Salustio: Platone, Giamblico, Plotino fino ad arrivare a Porfirio, Proclo e chiaramente alle opere dello stesso Giuliano.
Il testo si muove in maniera ordinata e assolutamente non complessa se confrontato ad altri testi dottrinari antecedenti. Salustio intende qui presentare tutta l’architettura pagana nel suo complesso senza ricorrere a pesanti e lunghi capitoli. Viene dapprima presentata l’Essenza degli Dei e la descrizione dei Miti Divini. Viene illustrato il concetto proprio del Mondo e della sua origine. Viene circoscritta la natura degli Dei ed il suo rapporto con i corpi terreni. Vengono descritte le peculiarità delle anime ed il loro impatto sugli eventi benevoli e malevoli del Mondo. Ci si addentra dentro concetti più complessi quali Provvidenza, Destino, Fortuna, Virtù e Vizio, Reincarnazione e Demoni. Vengono infine descritti i doveri dei discepoli ed il loro rapporto con gli Dei ed il cammino del discepolo si conclude con un beneaugurante approccio alla Felice Virtù.
Un cammino completo, quindi.
Per chi volesse godere di una prima lettura del testo di Salustio, abbiamo pubblicato sulla nostra Bibliotheca Evropea una delle traduzioni più classiche e canoniche di questa meravigliosa opera (link)
Ma perché parlare di oltremodernità?
Semplicemente perché un testo che ha quasi 1700 anni può essere un valido strumento per opporsi (in maniera appunto oltremoderna) al decadimento della nostra epoca, senza trasformarsi in crepuscolari Savonarola del nuovo millennio.
Concetti come quelli presenti in questa opera possono sembrarci lontani anni luce dall’epoca in cui viviamo, in cui ormai espressioni quali Intelligenza Artificiale, Algoritmi, Robot… sono all’ordine del giorno del dibattito pubblico. I rischi connessi ad una deflagrante deumanizzazione degli individui esiste senz’altro. Ma proprio perché la nostra posizione non vuol essere né scientifico-fideista né tantomeno neoluddista, riteniamo che una solida preparazione culturale possa essere un valido scudo contro le centrifughe della modernità. Il progresso tecnologico-scientifico non può prescindere dalla crescita spirituale degli individui e delle comunità dove loro stessi risiedono (città, regioni o nazioni). Se il profitto (chiamato Corporation) prenderà il sopravvento, l’uomo verrà trasformato in un semplice codice a barre.
Lo dimostra la vacuità della maggior parte degli uomini che oggi governano il mondo (salvo rare eccezioni) che ci sprona a soffermarsi su questo aspetto della nostra società che trova profondo riscontro nelle radici profonde nella Civiltà Europea. Il nostro continente non avrebbe mai avuto quasi 2 millenni di storia così importante senza solide fondamenta dottrinarie che si sono sovrapposte ed affiancate nei secoli quasi come in un labirinto di fiumi carsici.
Purtroppo testi fondamentali come questo non hanno avuto la giusta diffusione perché appartenenti ad un periodo storico che spesso viene presentato – perfino nei libri scolastici di storia – con un’esclusiva accezione negativa. Salustio, riletto nel XXI secolo, non può e non deve apparirci come un’opera proveniente da secoli remoti e utile solo da circoscrivere a qualche scontato programma liceale di studio.
Chi vuole affrontare un percorso di crescita personale, quindi, non dileggi più l’Imperatore Giuliano definendolo l’Apostata ma ne legga le opere appezzandone la profondità quasi mistica. Non limiti le sue conoscenze ai canoni religiosi più diffusi ma ricordi Ipazia d’Alessandria come vittima del pensiero al pari di tanti altri martiri cristiani. Non si limiti ogni giorno a condividere nell’etere digitale curiosi aforismi classici che tanto titillano gli animi borghesi e che supportano quei perniciosi algoritmi dei network più diffusi, ma piuttosto approfondisca la lettura dei grandi autori della civiltà europea.
La storia del pensiero occidentale (come ci insegna l’ottima collana della Bompiani) deve inglobare tutto il percorso della nostra civiltà. E opere come quella di Salustio possono essere i primi bagagli per affrontare i grossi dilemmi della modernità.
Riccardo Berti
27.04.2024