Gio. Nov 21st, 2024

Nell’ambito della Guerra Grande che sta imperversando in modo conclamato su tre fronti (Ucraina, Siria e Israele/Gaza/Iran) appare evidente che l’uscente presidente USA abbia fatto la sua scelta.

Le ultime due più recenti mosse hanno svelato la postura statunitense qualora alla Casa Bianca dovesse rimanere l’attuale inquilino. Il varo della tranche di aiuti all’Ucraina per un controvalore di 61 miliardi di dollari ha reso chiaro ciò che molti analisti credevano non fosse possibile: il prolungamento del sostegno USA alla guerra di difesa di Kiev. Le avvisaglie degli ultimi mesi e la necessità di riconsiderare il ruolo statunitense sul fronte globale avevano fatto credere che fosse imminente un disimpegno piuttosto evidente da parte dell’amministrazione Biden, tanto più in vista della scadenza elettorale di novembre.

Al contrario, si deve registrare un approccio bellicista che consacra – se mai ce ne fosse bisogno – gli USA come patrocinatori di una guerra aperta su più fronti, condotta per rappresentanza da altri paesi

Il secondo caso è la piena libertà riconosciuta all’alleato strategico israeliano di compiere azioni militari un pò ovunque, senza dover spiegare il pericolo di certe mosse. Per la verità una sorta di contenimento al bellicismo di Gerusalemme era stato abbozzato, anche alle Nazioni Unite, ma come in molte delle situazioni che vedono Israele ed USA confrontarsi, non si capisce mai dove finisce il dovere d’ufficio del buon consigliere e dove comincia la disobbedienza dello scontroso alleato.

Probabilmente l’attuale governo israeliano, che poco ama Biden ed i democratici americani, ha scelto di fare secondo le proprie idee. Così come è molto probabile che anche Biden non abbia voglia di inimicarsi i potenti patrioti filoisraeliani che abbondano negli States proprio a ridosso delle elezioni.

E così il quadro che ne viene fuori è abbastanza comprensibile, seppur l’alto grado di liquidità del contesto possa smentire domani ciò che si è detto oggi.

Ma almeno una certezza – che sia di settimane o mesi lo vedremo – oggi c’è: nel segno di Biden gli USA continuano ad essere i patrocinatori di una guerra in corso, che (anche) per loro viene combattuta su delega da altri contendenti. La posta rischia di crescere e di andare fuori controllo quando nel campo avverso, oltre alla Russia impegnata direttamente sul fronte ucraino, dovesse subentrare una media potenza con aspirazioni semi imperiali come l’Iran.

Il rischio di una deflagrazione sarebbe a quel punto veramente concreto.

Fernando Volpi

23.04.2024