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25 Marzo 1821

Iniziava l’insurrezione del popolo greco contro il dominio ottomano di quasi 4 secoli, con la famosa “chiamata” del Metropolita Germanos. Ζήτω η ελληνική ανεξαρτησία !

L’eroica, e dura, lotta dei greci che coinvolse emotivamente l’Europa (pensiamo a Byron, a Shelley, a Santorre di Santarosa) sfociò dopo complicati avvenimenti politico-diplomatici nella nascita di un piccolo Regno ellenico DEL TUTTO INDIPENDENTE DA SUBITO nel 1830/1832, che sarà posto sotto un Re bavarese cattolico, Ottone di Baviera (1833-deposto 1862) {si noti che, diplomaticamente, questa è la specificità assoluta della Grecia: tanto la Serbia quanto i principati danubiani che saranno uniti nella Romania per non parlare del Montenegro e, dal 1878, della Bulgaria, PRIMA di avere l’indipendenza ebbero un periodo di autonomia assoluta sotto la vaga sovranità del Gran Sultano}. La piccola Grecia del 1830/1832 comprendeva solo il vecchio pascialato di Tripolitza (oggi Tripolis) cioé la Morea/Peloponneso e l’estremo sud della Rumelia (con Atene) più le Sporadi e poco altro: a nord si estendeva sino alla linea Arta-Volos.

Nel 1864, dopo il cambio di dinastia (che passò ai danesi auspice Palmerston), Londra cedette alla Grecia di Giorgio I (1863-1913) “Re degli Elleni” e non più “Re di Grecia” (come era Ottone) le isole Ionie {veneziane sino al 1797; poi francesi sino al 1799, indi Repubblica Settinsulare sotto vaghissima sovranità ottomana e molto più concreta influenza russa sino a Tilsit (1807), poi di nuovo francesi, indi prese dai britannici che se le videro confermare a Vienna nel 1815}. Nel 1881 la Grecia – tardivo eco delle grandi spartizioni berlinesi del 1878 – ottenne la Tessaglia e la punta meridionale dell’Epiro (rimasti ottomani nel 1830/1832)

Il 10/8/1913 n.s a Bucarest, la Grecia ottenne poco più della metà della Macedonia geografica (in età ottomana la Macedonia includeva i tre vilayet di Selânik oggi Thessaloniki in GR, Manastır oggi Bitola in MK e Kosova con capitale Üsküb oggi Skopje in MK) e buona parte dell’Epiro cioè il vilayet di Yanya oggi Ioannina in GR (l’Epiro settentrionale, per intervento italiano, finì alla neonata Albania, anche se i greci non si arresero); ebbe di fatto anche le isole orientali dell’Egeo (una conferenza per regolarizzare il tutto non si poté tenere a causa della Grande Guerra, ma Talât Paşa si recò a Bucarest nella tragica estate 1914 ed ebbe un contatto con Venizelos e Streit, allora Ministro degli Esteri e un “residuo” dell’epoca bavarese, presto deposto per la sua germanofilia) tranne il Dodecaneso (occupato dall’Italia); ebbe pure formalmente Creta, di fatto separata dal mondo ottomano sin dal 1898 come conseguenza della guerra greco-turca del 1897 (che pure gli ottomani vinsero militarmente, ma persero diplomaticamente) e annessa sotto banco almeno dal 1908 (Venizelos stesso, Primo Ministro dal 1910, era un cretese.)

Nel novembre 1919, a Neuilly, l’Intesa si fece cedere dalla Bulgaria la Tracia occidentale (turca sino al 1913) e la diede alla Grecia (attenzione, che il passaggio non fu diretto); da qui nacque qualche intrigo diplomatico, invero di bassa lega, che durò per un certo periodo. Invece il sogno di Venizelos che sembrò coronato a Sèvres (10/8/1920=1336) con la creazione (teorica) della “Grecia dei due Continenti [Europa e Asia] e dei cinque Mari [Mar Nero, Mar Mediterraneo, Mar Egeo, Mar Ionio, Mar Adriatico]” non poté realizzarsi e finì in catastrofe nel 1922; dal 1920 al 1922 invero la Tracia orientale, ceduta a Sèvres, fu in mano greca (a quale titolo, essendo il trattato rimasto non ratificato, resta rompicapo dei giuristi) e i greci occuparono (senza averne la sovranità, mai pretesero ciò) l’area di Smirne (sin dal 1919) e poi molto altro in Anatolia (l’avanzata ellenica si arrestò nel 1921 di fronte alla resistenza turca): a Sèvres, il vilayet di Aydın cioé l’area di Smirne fu posto sotto la dominazione effettiva greca, fatta salva la sovranità del Gran Sultano. Dopo 5 anni però ci sarebbe stato un plebiscito ed è lecito supporre che la sovranità del Gran Sultano sarebbe passata agli atti. Il Gran Sultano perse quello – e tutto il resto – ma non a favore dei greci bensì del Gazi Mustafa Kemal Paşa, come era conosciuto allora o Kemal Atatürk come è conosciuto dal novembre 1934, le cui truppe entrarono a Smirne (città in un certo senso greca da 3000 anni fin dalla mitica fondazione eolica verso il 1000 a.C ancorchè da ultimo multietnica) che cessò di esistere quel tragico 9 settembre 1922 con il nefando e spaventoso sacco di Smirne: allora cessò la greca Smirne che diverrà la turchissima Izmir.

Nel 1947 la Grecia ottenne de iure dall’Italia sconfitta anche il Dodecaneso, ove la nostra sovranità cessò di fatto nel settembre 1943; invece l’ ένωσις con Cipro, promessa dagli inglesi nel 1914-1915 (e già a fine 1912 da Churchill, allora Primo Lord dell’Ammiragliato) non si realizzò e Cipro divenne indipendente nell’agosto 1960 sotto l’Arcivescovo Makarios dopo gli accordi anglo-greco-turchi del febbraio 1959 (e dal luglio 1974 tutto il nord è in mano turca).


Questi successivi ingrandimenti ebbero anche conseguenze ecclesiastiche; sino al 1821 tutta la Grecia era sotto il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli che risiedeva al Fanar (alla notizia dell’insurrezione greca, Mahmud II fece orribilmente uccidere il Patriarca Gregorio V che pure era ostile all’indipendenza vedendola come un complotto dell’odiato “Papa di Roma” ! la Russia, indignata per la brutalità turca, ruppe i rapporti diplomatici con la Porta ma non dichiarò guerra a causa dell’influenza di Metternich su Alessandro I: la guerra ci sarà, sarà importante per l’ottenimento della libertà greca, ma solo con il nuovo Sovrano Nicola I, in 1828-1829; Gregorio V è stato santificato come martire)

Nella vecchia Grecia, quella del 1830/1832, il governo, dominato allora da bavaresi protestanti (il Re era un bavarese cattolico) puntò a farsi una “Chiesa sua”, autocefala; la proclamò unilateralmente nel 1833 con le solite scomuniche del Fanar. Nel 1850 il Fanar cedette e concesse l’autocefalia, seppur a condizioni meno radicali; da allora la Chiesa di Grecia, “unita in Cristo” alle altre Chiese ortodosse calcedoniane (all’epoca erano solo sette: Costantinopoli, Alessandria, Antiochia, Gerusalemme, cioè i quattro antichi Patriarcati; la Chiesa sinodale russa, la Chiesa cipriota e appunto dal 1850 la Chiesa greca) è del tutto indipendente, sotto l’Arcivescovo di Atene. Quando furono annesse le Isole Ionie (1864, il τόμος è solo del 1866) e la Tessaglia con l’Epiro dell’estremo sud (1881) semplicemente si ottenne un τόμος del Fanar che trasferì questi territori dal Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli alla “Chiesa di Grecia”, dunque nell’Ottocento non ci furono problemi che invece si manifestarono nel Novecento.

Nel 1913 il Fanar non cedette la giurisdizione alla Chiesa greca nei territori avuti da Atene né lo farà per la Tracia occidentale (1919): in quegli anni ci fu la Grande Guerra, il disastro in Asia Minore (1919-1922); tutto era fluido. Solo nel 1928 (guarda caso in un periodo di buoni rapporti fra Grecia e Turchia) il Fanar acconsentì NON a cedere la giurisdizione, bensì a dare l’amministrazione a tempo indefinito alla Chiesa greca. Da allora le Metropoli in Epiro greco (tranne l’estremo sud avuto in 1881), Macedonia greca e isole orientali egee (tranne Dodecaneso) così come quelle in Tracia occidentale sono sotto la Chiesa di Grecia ma solo come delegazione del Fanar. Sin dal 1900, con Creta sotto l’Alto Commissario delle Potenze (allora il principe greco Giorgio 1898-1906) la Chiesa di Creta venne fatta semi-autonoma sotto il Fanar e tale rimase dopo il 1913. Il Dodecaneso rimase al Fanar in epoca italiana e il Fanar non volle cederlo neppure nel 1947.

Oggi quindi l’ortodossia greca è quindi divisa in 4 giurisdizioni:

    • Chiesa autocefala di Grecia (riconosciuta dal settembre 1850) vecchia Grecia (1830/1832), Isole Ionie (1864), Tessaglia ed estremo sud Epiro (1881)
    • Amministrazione da parte della Chiesa autocefala di Grecia ma giurisdizione teorica al Fanar di cui la Chiesa di Grecia sarebbe mero delegato (dal 1928): Macedonia greca, Epiro greco tranne l’estremo sud, isole greche orientali dell’Egeo (tranne Dodecaneso) cioè le acquisizioni del 1913, più Tracia occidentale (avuta nel 1919)
    • Chiesa di Creta (isola greca da 1908/1913) semi-autonoma sotto il Fanar dal 1900
    • Dodecaneso (in mano italiana dal 1912, annesso all’Italia nel 1923, greco dal 1947) sotto il Fanar


Massimo Vassallo

16.10.2023